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Volendo assumere una risorsa, è possibile ottenere un profilo di personalità valido ed attendibile partendo da un'analisi del comportamento sui Social Network?

La risposta è no.

La personalità, infatti, deve essere valutata-per legge- da uno psicologo abilitato, attraverso test, osservazioni e colloqui specifici, per ottenere una relazione su un profilo valido e attendibile.


Ci sono stati però alcuni studi che hanno indagato se esiste una corrispondenza fra esposizioni nei Social Network (SN) e Personalità.

Il SN più utilizzato per carpire informazioni è Facebook, anche grazie allo spirito molto meno formale rispetto ad altri applicativi, quali ad esempio, Linkedin.

La questione indagata è stata soprattutto legata ad un interessante dibattito si è venuto a creare in merito alla "genuinità" della personalità mostrata nei social, cioè, se la personalità esibita sia reale o frutto di un Sè idealizzato.(Beck e coll., 2011; Gosling e coll. 2011).

 

Per analizzare questo aspetto, alcuni autori hanno provato a verificare la correlazione fra i risultati ottenuti da un campione di persone ad un test di personalità psicologico e un'analisi condotta sui loro profili social-digitali.

Nella maggior parte degli studi sono stati utilizzati i test di personalità con base teorica sui Tratti (come il questionario sui "Big Five" di McCrae e Costa).

Come è noto, Tratti si riferiscono alla tendenza abituale a mostrare un certo tipo di condotta, nel senso di strutture neuro-psichiche che sono alla base dei diversi comportamenti, di natura esclusivamente descrittiva (cioè questa particolare teoria non spiega il perché della diversità individuale, a differenza di altre teorie psicologiche). I Big Five (i 5 fattori centrali e cardinali ottenuti dall'analisi fattoriale dei numerosissime caratteristiche personologiche), sono:

 

1.      Apertura mentale/Chiusura mentale

2.      Estroversione/Introversione

3.      Coscienziosità/negligenza

4.      Amicalità/Sgradevolezza

5.      Stabilità Emotiva/Nevroticismo

 

Ogni dimensione (Tratto) va considerata come un continuum che va da un massimo ad un minimo di intensità.

Purtroppo però il test in questo ambito è stato usato spesso (per avere tempistiche brevi) in versioni fortemente semplificate (quali ad esempio, il TIPI, Ten Item Personality Inventory, di Gosling, Rentfrow e Swann, 2003).

 

Ma, a parte la questione su quale test utilizzare e la sua validità, risalire ad alcuni tratti potrebbe essere un'operazione difficile, nonostante alcune ricerche abbiano dimostrato che, sostanzialmente, le persone siano oramai abbastanza sincere nei loro comportamenti digitali.

 

Ad esempio, il grande utilizzo dei Social Network sarebbe correlato all'Apertura Mentale (verso le nuove tecnologie) o all'Amicalità, ma è altrettanto vero che esso è associato anche ad alti livelli di Nevroticismo, come deterrente contro la solitudine.

Di contro usare poco i Social Network è associato sia a chi ha alti livelli di Cosciensiosità ma anche a chi è particolarmente introverso, o a chi ha poca apertura mentale verso i dispositivi digitali oppure è molto impegnato.

 

In effetti, pensandoci bene, stabilire una regola univoca che si basi sul comportamento esibito sui social network per risalire alla personalità del soggetto, è un'operazione piuttosto azzardata.

Il comportamento agito può avere molte motivazioni.

 

Un soggetto con una grande capacità multitasking potrebbe essere sempre presente sui social, nonostante lavori molto, collabori con i colleghi e ottenga risultati apprezzabili.

Mentre la mancata presenza in rete può essere associata alla timidezza, a problemi sociali e non solo alla riservatezza.

 

In altre parole, non ci si può basare solo sul comportamento in rete per risalire ad un profilo personologico. L'analisi non sarebbe valida e di farebbero troppi errori.

 

Ciò non toglie che oggi, in barba alla serietà di una valutazione così delicata, si faccia comunque.

In rete esistono diversi programmi che già lo fanno.

 

Apply Magic Sauce è uno dei tanti esempi. Si basa solo su Facebook, ma fornisce informazioni sulla fede, l’orientamento politico, quanto siamo competitivi, attitudini al lavoro di gruppo, ecc.. e utilizza proprio i Tratti di Personalità, partendo dai Big Five.

 

Quindi, noi che pensavamo di poter postare gattini, torte, frasi sciocche o piene di rabbia contro chi parcheggia male la sua auto, in realtà stiamo dando informazioni ai nuovi Recruitment o Assessment Center.

 

Per questa gente, spesso non formata affatto sul costrutto della personalità né abilitata come psicologo, quello che postiamo su Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter o altri social network, vale quanto il nostro curriculum vitae.

 

Una volta messo il nostro nome e cognome sui nostri profili, tutto quello che postiamo può essere valutato da un selezionatore.

E non solo è legale, ma è una pratica usatissima.

 

Per assumere e… per licenziare.

Come segnalato da Altalex, il quotidiano di informazione giuridica, controllare il lavoratore con un falso profilo Facebook a volte è concesso.

 

Con una sentenza della Cassazione Civile, sezione Lavoro, del 27 maggio 2015 (n.10955), si è stabilito che, qualora l'indagine attesti comportamenti illeciti (ad esempio, essere in malattia ma postare un video nel quale facciamo una gara di calcetto proprio nel giorno di malattia), il controllo operato dall’azienda può, se motivato, essere ritenuto legittimo.

In particolare, “la creazione del falso profilo facebook non costituisce, di per sé, violazione dei principi di buona fede e correttezza nell'esecuzione del rapporto di lavoro, attenendo ad una mera modalità di accertamento dell'illecito commesso dal lavoratore, non invasiva né induttiva all'infrazione, avendo funzionato come mera occasione o sollecitazione cui il lavoratore ha prontamente e consapevolmente aderito”.

 

Resta da chiederci chi fa questo nuovo tipo di lavoro. Quanto ne conosce di statistica, validità e attendibilità dei test, delle differenze individuali, della personalità e degli errori che normalmente e costantemente vengono compiuti da un qualsiasi valutatore.

 

La domanda che dovremmo farci quindi è: chi valuta i valutatori e come?

 

Fonti: http://www.slideshare.net/Freedatalabs/personalit-e-social-network Dr. Ambrogio Pennati e Dr.ssa Samantha Bernardi.

Altalex, quotidiano di informazione giuridica: http://www.altalex.com/documents/news/2015/10/02/controllare-lavoratore-falso-profilo-facebook

 
 

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Dott.ssa Anna Patrizia Guarino, Psicologa, Psicodiagnosta, CTU del Tribunale di Velletri, Perito della Procura di Latina, Docente di Psicologia Giuridica e Vittimologia per Giunti PsychometricsSi occupa di:

 
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